sabato 22 giugno 2013

Movimento gioco e fantasia

Nel libro "Movimento gioco e fantasia" di Mauro Laeng, edito nel 1990, trovo alcuni saggi di annate precedenti, posti come riflessione a conclusione del libro. Scelgo di leggere e rileggere quello che immediatamente cattura la mia attenzione: si intitola "Un programma Unesco per l'educazione estetica". Erano davvero altri tempi. L'autore consiglia di divulgare le immagini e i contenuti per l'insegnamento dell'arte agli insegnanti di scuola, sottolineando l'importanza di "distribuire delle diapositive educative agli istituti di formazione dei maestri". Sull'iportanza degli strumenti per mostrarle agli interessati, suggerisce "proiettori a schermo translucido incorporato" oppure lavagne luminose. Poco prima di leggere queste righe, ho guardato su youtube alcuni video sull'antica Roma e sulle collezioni dei Musei Vaticani. Mi hanno fatto effetto questi importanti suggerimenti di Mauro Laeng, anche se datati tecnologicamente, perchè questo maestro si era davvero interessato non solo a COSA divulgare, ma anche al COME (che poi è ciò che si impara a distinguere accostandosi all'arte, per poterne comprendere, o per lo meno tentare di decodificare, sia la forma che il contenuto)

Questo brano dice tutto: "Offrendo le serie di diapositive con opuscoli o libretti di commento, si consiglia che essi contengano due testi paralleli differenziati: uno di commento estetico e storico critico per l'insegnante, ed uno più breve descrittivo per gli alunni; i due testi potrebbero essere stampati fianco a fianco, il primo in caratteri più piccoli, il secondo in caratteri più grandi, leggibili anche nella penombra durante la proiezione". Il saggio è stato scritto come commento alle indicazioni Unesco del programma 1973-1974 in materia di educazione all'arte. Ho amato questo testo, perchè in fondo è vero anche oggi che per spiegare ciò che sai devi trovare le parole adatte, o anche una forma diversa dalla parola. E ci serve sempre qualcuno che spieghi a noi e che ci incoraggi a farlo nel migliore dei modi.

Il saggio si apre con queste righe: "Da molto tempo l'estetica ha posto in luce come l'attività pratica nelle arti sia posta [...] al servizio della espressione e comunicazione di pensieri e sentimenti. Molto opportunamente il programma richiama quindi l'importanza della dimensione affettiva, talvolta sottovalutata o neglettata. [...] L'arte, facendo in qualche modo da ponte fra gli aspetti cognitivi e quelli affettivi, può dunque costituire una presenza decisiva per un migliore equilibrio ed armonia dei programmi scolastici". Aggiungo che fa bene praticarla anche fra le mura di casa. Da soli o con la propria famiglia, trovare un momento per disegnare, modellare, dipingere o ritagliare, regala momenti di espressività inaspettati e preziosi. Allo stesso modo della drammatizzazione (un teatrino di marionette può andare bene per iniziare), del canto e della musica.

L'autore ha suscitato in me una certa curiosità e scopro che si è occupato, fra tante cose, di aggiornare il museo per la storia della didattica, istituito a Roma nel 1873. A lui è stato infine dedicato nel 2005 con il nome "Museo Storico della Didattica Mauro Laeng". Ha sede presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli Studi Roma Tre.