martedì 14 gennaio 2014

Van Gogh Alive: le mostre impossibili e la voglia di sdraiarsi a terra per ammirare un cielo stellato


 
Milano non è nuova agli allestimenti delle mostre impossibili: esposizioni nelle quali non sono presenti le opere d’arte originali, ma loro fedeli riproduzioni a scopo didattico. Nella mostra impossibile su Caravaggio del 2011, ad esempio, il supporto che meglio si prestava era il pannello retroilluminato, che consentiva di riprodurre al meglio il gioco di luci tipico del grande artista e contemporaneamente trasmettere la bellezza delle opere d’arte, in scala 1:1, riunendole tutte in un luogo dove gli originali (tutti gli originali insieme! I Caravaggio non si prestano volentieri…) non sarebbero mai potuti trovarsi uno accanto all’altro nello stesso momento. Una sorta di catalogo dell’artista, ma non su libro stampato: attraverso le riproduzioni delle opere in formato reale si poteva attraversare una raccolta di "fotografie" dettagliatissime, nel formato originale dell'opera.

Le tecnologie al servizio delle mostre impossibili possono essere molteplici, il che ci porta a Van Gogh: fino al 9 marzo 2014 alla fabbrica del Vapore di Milano, in via Procaccini, è in corso la mostra - che forse sarebbe più utile chiamare installazione - Van Gogh Alive. In una sala in penombra, su grandi schermi che campeggiano su tutte le pareti, su torri e sul pavimento, vengono proiettate contemporaneamente le opere di Van Gogh, suddivise per epoche e temi. Si è letteralmente circondati da immagini (disegni, dipinti, riproduzioni delle numerose lettere scritte nel corso della sua tormentata esistenza) che in qualche caso particolare, grazie alle animazioni, prendono anche vita: nei campi di grano ondeggiano spighe e in un momento particolarmente drammatico volano i corvi. Varie musiche (da Beethoven alle colonne sonore cinematografiche) accompagnano la visione delle opere, ingrandite.
La proiezione segue un criterio cronologico, con un andamento a ciclo continuo: in qualunque momento si entri nella sala, lì inizia il proprio personale percorso nella vita di Van Gogh. Il passaggio di tre grandi pennelli carichi di colore, proiettati su pareti e pavimento, segna la ripresa delle proiezioni dall’inizio dell’attività artistica di Van Gogh, dai disegni dei minatori che volle seguire in veste di guida spirituale come aspirante religioso, condividendo la vita sacrificata e difficile di quelle famiglie, passando per la svolta pittorica e l'amore per il colore, senza mai dimenticare le condizioni disagiate dei lavoratori più umili, fino alle fasi conclusive nei ricoveri per la cura della sua salute psichica.

Eccezionali fra le frasi autografe proiettate a commento dei dipinti, quelle che meglio dimostrano la consapevolezza dell’artista: profetizza che un giorno la gente si sarebbe accorta che il valore delle sue opere supera di molto quello del colore utilizzato per dipingerle e che l’artista del futuro si sarebbe rapportato solo al colore, senza curarsi del disegno. Interessante osservare la sua calligrafia nelle lettere: molto rigorosa quella delle lettere scritte su carta intestata “Goupil” (la casa di mercanti d'arte per cui ha lavorato prima di diventare artista egli stesso) e via via sempre più libera negli scritti successivi. Emozionanti, fra le altre, le proiezioni in contemporanea su tutti i pannelli dei rami di ciliegio in fiore, dipinti quando il fratello divenne padre, e quella della notte stellata. Di grande impatto la visione in contemporanea di tutti gli autoritratti.

L’atmosfera nella sala è magica: i bambini si siedono sui pannelli a terra, seguono le forme proiettate, danzano al suono della musica che accompagna le opere. Anche molti adulti sono seduti, qualcuno si sdraia usando la propria borsa come cuscino e si perde nella contemplazione o forse nei propri pensieri.

E’ utile rivedere il ciclo delle proiezioni più volte, poiché nella sala scorrono sui pannelli diverse opere contemporaneamente e, pur cogliendo l’unità stilistica e tematica dei vari comparti, non ci si sofferma facilmente sull’osservazione di una in particolare. La tecnica delle proiezioni consente di vedere ingrandimenti e dettagli, il che rende ancora di più l’idea della mostra impossibile, dato che le opere riprodotte sono circa 3000.
 
Da vedere: in un momento di pausa da soli, con gli amici in libera uscita, con la famiglia nel fine settimana per rilassarsi, con una persona con cui si ha voglia di ammirare il cielo stellato. Lo scopo delle mostre impossibili, che non può ovviamente essere quello di proporre gli originali delle opere, è da cercare nella possibilità, attraverso questi strumenti di riproduzione dell'arte, di avvicinare e incuriosire il visitatore/spettatore e far maturare il desiderio di ammirare le opere originali, nel loro formato, nel luogo dove sono conservate.

www.vangoghalive.it